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giovedì 19 luglio 2007

Battaglie tra farfalle e pipistrelli

Vi propongo questo interessante testo che mi è capitato di leggere mentre sfogliavo l'enciclopedia:

Ben prima che gli uomini riuscissero a inventare i mezzi per combattere le proprie battaglie aeree, esse venivano combattute da farfalle e pipistrelli, con l'uso di organi di senso e strategie di comportamento degni della più raffinata guerra tecnologica a base di apparati di rilevamento ultrasonici, intercettazioni delle informazioni nemiche, complicate tattiche di risposta e controrisposta, emittenti di disturbo e schermature, deterrenti e mascheramenti.
I pipistrelli, dunque, partono "in caccia" col loro sistema di ecosonar, emettendo strida ultrasoniche e orientandosi in base agli echi che esse producono: hanno comunque un udito finissimo. Un primo stratagemma, per le farfalle notturne, è quello del volo silenzioso, senza ronzii e frullii, anche a livello ultrasonico: formidabile problema d'aerodinamica, consistente nell'impedire la formazione di risucchi d'aria, che esse hanno risolto con quella abbondante peluria che ne ricopre il corpo, prolungandosi in frange piumose proprio nei punti più critici delle ali. Una tale soffice copertura costituisce per di più un ottimo schermo coibente acustico, che assorbe e smorza al massimo il segnale di ritorno della sonda fonica dei pipistrelli.
Non farsi sentire dal nemico è bene, sentirlo inoltre arrivare è ancor meglio: nottuidi, geometridi e arctidi, un complesso di 50.000 specie di farfalle sparse un po' per tutto il mondo, hanno apposite orecchie sintonizzate sulle gamme ultrasoniche dei pipistrelli, con cui cominciano a sentirli quando essi sono ancora a una trentina di metri di distanza, quando, cioè il loro ecosonar, che ha una portata media di 6 metri, non ha ancora permesso di localizzare la preda. La farfalla si rende invece conto in anticipo della minaccia e con un'immediata conversione scatta, a velocità attorno a 50 Km orari (mentre quella normale è sui 15-20), su una rotta di fuga perpendicolare a quella del pipistrello. Orbene, se il pipistrello volasse secondo una linea retta esatta, ben di rado riuscirebbe a portare a buon fine i suoi assalti. Ma il suo volo è accidentato, "goffo", o almeno così sembra: il volo vacillante è invece una contromisura, diretta su curve matematiche ben precise, per trarre in inganno la vittima, disorientandone i sistemi di allarme. Così il pipistrello riesce spesso ad arrivare fino ai fatidici 6 m di portata del suo sistema di rilevamento e punteria, e si getta all'inseguimento della farfalla. Ma quando lo speciale orecchio dell'insetto percepisce il sibilo del nemico tanto da vicino, manda ai centri nervosi superiori (il "cervello" della farfalla) un segnale di pericolo assoluto: la risposta è un'immediata chiusura delle ali, per un'ardita "caduta libera", un trucco che lascia a bocca asciutta i pipistrelli più giovani e meno smaliziati; gli altri, i veterani, visto che pure così la farfalla descrive una traiettoria inevitabilmente corrispondente alle relative leggi fisiche, dopo un po' di esperienza o di tentativi, imparano a prevederla e a inseguire e ghermire l'insetto anche mentre precipita verso il suolo.
Le farfalle però hanno risposto anche a questo, dando luogo a più complessi duelli aerei notturni: ve ne sono ce, strette da presso, eseguono la "gran volta" e si lasciano cadere in "spirale stretta"; altre che con audace voltafaccia "cabrano" in direzione dell'assalitore, scavalcandolo e sfuggendogli alle spalle in "zona cieca"; altre poi compiono variazioni e combinazioni di tali figure aviatorie degne di un pilota acrobatico.
Il sogno di ogni intercettore che si rispetti infine l'hanno realizzato le farfalle delle famiglie arctidi, ctenuchidi e del genere Pyrrhactia, che hanno sviluppate su entrambi i lati del corpo delle piastre cornee scanalate, emittenti di ultrasuoni, modulate sullo stesso campo di lunghezze d'onda dei pipistrelli e su una frequenza che provoca in essi delle reazioni repulsive, costringendoli a rinunciare all'aggressione. Dove si vede che in natura vince chi è meglio dotato di adattamenti per la sopravvivenza.

tratto da:
Sergio Angeletti - Enciclopedia dei ragazzi - Rizzoli

1 commento:

  1. Ciao ciao

    www.pipistrelli-chirotteri.com

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