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venerdì 24 novembre 2006

Airbus: un'altra vittima dell'ultraliberismo

Quest'articolo è tratto dal quotidiano Rinascita, cliccate sui link per saperne di più; ecco un piccolo quadro di come l'ultra liberismo tanto in voga in questa società globalizzata e governata da lobbies può mandare allo sfascio una grandiosa industria aeronautica: Airbus

| Mercoledì 22 Novembre 2006 - 14:17 | Marzio Paolo Rotondo' |

In seguito alle delusioni create dall’A380, Luis Gallois, nuovo amministratore delegato della società aeronautica, ha presentato un nuovo piano economico societario inevitabile, secondo lui, per salvare la società. Un progetto che suona più come una ricerca del profitto che una vera e sana riforma dell’apparato industriale dell’azienda.
Gallois mira letteralmente a rivoluzionare il gruppo. La direzioni di Airbus prevede di ridurre il numero dei suoi fornitori da tremila a cinquecento. I restanti dovranno inoltre darsi da fare per ridurre i costi in maniera drastica, non escludendo di andare a comprare i loro materiali in Paesi dove i costi finali sono più bassi [...]

Il processo non è nuovo. Molte imprese ormai adottano questo sistema di delega delocalizzando importanti settori del proprio lavoro. L’effetto è virtuoso dal punto di vista dei guadagni, ma è una vera emorragia sia per l’occupazione che per gli investimenti e la crescita complessiva di un Paese, soprattutto se sono società delle dimensioni dell’Airbus ad adottare il cosiddetto sistema a ‘cascata’.
Il principale motivo di una tale politica economica d’impresa, al di là di qualsiasi situazione finanziaria della stessa, è dunque quella di fare profitto. La situazione di Airbus, però, non è assolutamente tale da dover rivoluzionare in tal modo l’intera struttura dalla società.
L’azienda di Tolosa ha infatti più di cinque anni di produzione a pieno ritmo già commissionati [...]

Il progetto prevede inoltre la cessione di un intero ed importante centro di produzione che avrà sicuramente gravi conseguenze per l’occupazione di migliaia di dipendenti. Il programma ‘Power 8’ sta portando anche le centinaia di piccole imprese che lavorano quasi tutte esclusivamente per Airbus a ristrutturarsi nell’ottica del taglio dei costi, colpendo principalmente i dipendenti ed i loro contratti oltre che la qualità dei prodotti conseguiti. In casi estremi ma frequenti, queste ditte sono costrette a chiudere definitivamente i battenti riaprendo dall’altra parte del globo solo per soddisfare la ricerca del profitto dettata dagli azionisti di Airbus.
In questo contesto non sono nuove neanche le acquisizioni reciproche fra società satellite, che domandano immediatamente ai loro salariati, pena il licenziamento, di ridimensionare il proprio contratto in formule decisamente meno vantaggiose.
Questa dinamica liberale in cerca di profitto si estende sempre più nel tessuto economico europeo e mondiale. Giorno dopo giorno, gli esempi si sommano. Sempre più aziende ricorrono ai trucchi più antisociali per raggiungere uno scopo che pare ormai diventato l’unico vero senso della vita: fare profitto. E questo non dispiace se viene fatto sulle spalle di migliaia se non milioni di dipendenti o sulle tasche di milioni se non miliardi di consumatori, o addirittura su entrambe. Questa è l’ottica liberista. Distruggere lo Stato sociale, i diritti dei lavoratori, dei cittadini sudati con il sangue dei nostri antenati, per creare una società oligarchico-finanziaria che moltiplichi i profitti a dismisura per il solo scopo di produrne altri ancora e garantirsi un appoggio politico per continuare la loro virulenta espansione. È necessario invece tornare ad una visione più statale, che metta l’uomo in tutte le sue forme e non il profitto al centro del sistema economico; non creare competitività ma benessere della popolazione; non liberalizzare senza freni, ma tutelare i settori più strategici dell’economia, come ad esempio Airbus e l’industria aeronautica, in quanto patrimonio di tutti; dare allo Stato e dunque ai cittadini maggior controllo sull’attività economica per evitare che si formi un’elite finanziaria che faccia carne da macello di tutti e di tutto.

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